Omeopatia

Dopo la pubblicazione su “Psychopharmacology”, un nuovo studio riassume tutte le prove fatte e le rivaluta con nuovi test statistici. È stato pubblicato da “Evidence-Based Complementary and Alternative Medicine”, l’articolo dal titolo “Testing homeopathy in mouse emotional response models: Pooled data analysis of two series of studies” a firma di ricercatori dell’Università di Verona. Un primo lavoro, pubblicato dalla rivista “Psychopharmacology”, aveva mostrato un effetto positivo del medicinale omeopatico Gelsemium sempervirens nel modulare i comportamenti e le risposte emozionali nei topi di laboratorio. I risultati erano però stati “contestati” da alcuni ricercatori di un noto istituto di ricerche Farmacologiche per una presunta mancanza di riproducibilità. Prendendo spunto da tali obiezioni, questo nuovo studio riassume tutte le prove fatte e le rivaluta con nuovi test statistici, confermando l’efficacia del medicinale e la riproducibilità dell’effetto in due diverse serie di ricerche, fatte nel corso di quattro anni (un totale di 14 esperimenti, ciascuno dei quali ha richiesto circa un mese di lavoro).
Lo studio realizzato conferma che vi è un’azione farmacologica sia quando la concentrazione teorica di gelsemina (principio attivo) è alla diluizione/dinamizzazione 9CH (nona centesimale, diluizione di un fattore 10 seguito da 17 zeri), sia quando è alla diluizione/dinamizzazione 30CH, laddove – tenendo conto delle conoscenze tradizionali – non dovrebbe più esserci presenza di “molecole” di gelsemina. Le proprietà delle alte diluizioni – che gli studi del gruppo veronese e di altri centri a livello internazionale (inclusi i laboratori del premio Nobel Luc Montagnier) hanno confermato e consolidato indicano che non può trattarsi di un mero effetto “placebo”. I vari tentativi di screditare questo tipo di farmacologia – espressi ripetutamente e ossessivamente con lettere ai giornali e blog – si infrangono di fronte alle semplici evidenze.
di Paolo Bellavite

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