Agopuntura Riflessoterapeutica

L’agopuntura (針灸 zhēn jiǔ in cinese mandarino) è una tecnica terapeutica, che si prefigge di promuovere la salute ed il benessere, mediante l’inserimento di aghi in particolari punti del corpo, eseguita da personale appositamente preparato.
In Cina la pratica dell’agopuntura viene segnalata fin dal II millennio a.C..
Si tratta di un atto eminentemente ed esclusivamente medico.
Chi la pratica senza questo requisito commette un atto illegale, punibile penalmente (sentenza della Corte di Cassazione, 1982).
Centri nei quali l’eventuale agopunturista cinese è “coperto” da un medico italiano o comunque abilitato, sono illegali.
Ciò non toglie che anche il medico debba seguire una formazione precisa, non potendo improvvisarsi agopunturista.

Nel Veneto la Medicina ha raggiunto livelli di diagnosi e cura elevati. La qualità della ricerca scientifica oggi hanno dimostrato l’efficacia dell’agopuntura, in particolare la Riflessoterapia, che sfrutta i sistemi naturali presenti nel corpo umano.
La riflessoterapia agopunturale è lo studio e la pratica dell’agopuntura secondo la medicina scientifica e non secondo la teoria energetico-vitalista dei meridiani. In sostanza chi pratica la riflessoterapia fa cose molto simili all’agopuntore tradizionalista, ma mantiene l’approccio della medicina scientifica, basata sulla fisiologia, la patologia generale e la clinica propria della medicina ufficiale.
Nella famiglia Rossato la terapia agopuntura mediante riflessoterapia è una tradizione, ha iniziato Giacomo nel 1969, quindi ormai 53 anni fa ed i figli Pierantonio e Massimo hanno continuato da 30 anni nelle orme della Scuola italiana.
Anche la scelta dei punti da stimolare avviene secondo la evidence based medicine o, se non è disponibile ancora una conoscenza strutturata, si utilizza la conoscenza empirica derivata dalla traduzione scientifica della medicina tradizionale.
La versione Riflessoterapica dell’Agopuntura è probabilmente legata all’approccio degli studiosi europei che sono legati alla Metodologia universitaria.
La traduzione dell’agopuntura tradizionale in una versione scientifica è stata iniziata dagli stessi cinesi con la pubblicazione di un libro nel 1975 e con migliaia di lavori scientifici che sono stati pubblicati in tutto il mondo. Poi, per una mera questione di moda e di orietalismo in Italia prevale la Medicina Tradizionale Cinese, mentre in Cina si concentrano sulle ricerche scientifiche moderne.

L’agopuntura agisce mediante la stimolazione puntoria dell’ago che scatena un’ insieme di reazioni molto complesse: locale, segmentaria a distanza ed extrasegmentaria su tutto l’organismo
La prima e più semplice è segmentaria, un riflesso semplice che agisce solamente al livello anatomico in cui è portato lo stimolo. Questo viene considerato un circuito breve.
Poi vi sono riflessi più complessi che agiscono extrametamericamente, ovvero a più livelli, e che determinano cambiamenti nella fisiologia di tutto l’organismo.
Non viene insegnata nelle università italiane perché non fa parte della cultura occidentale ed italiana in particolare.
Vi sono tuttavia molte tecniche di stimolazione fisica che utilizzano stimoli di natura molto diversa, e che sono state studiate molto meno accuratamente dell’agopuntura, che vengono comprese da anni nei corsi di studi universitari in quanto fanno parte della nostra cultura: gli ultrasuoni, la TENS, la fangoterapia, la balneoterapia, le correnti diadinamiche, la paraffinoterapia, sono solo alcuni esempi.

Recentemente sono stati resi noti i risultati di uno studio che ha coinvolto il CNR e l’Istituto San Raffaele di Milano, avente per oggetto la verifica degli effetti analgesici dell’agopuntura. 
L’agopuntura è oggi una pratica terapeutica riconosciuta e regolamentata dalle principali organizzazioni sanitarie internazionali e dai sistemi sanitari nazionali di molti paesi scientificamente avanzati (tra questi l’Italia).
Esistono letteralmente una miriade di studi e ricerche che documentano gli effetti biochimici dell’agopuntura. Una parte significativa di questi studi riguarda la capacità dell’agopuntura di generare effetti analgesici. Questo campo di ricerca ha preso lo spunto dalla constatazione di un effetto veramente spettacolare: è possibile effettuare interventi chirurgici in cui, in luogo di un anestetico chimico, si usa l’agopuntura. Il paziente è sveglio e vigile e tuttavia non prova dolore durante l’intervento! Ora è opinione quasi unanimemente condivisa del mondo scientifico che ciò sia dovuto alla produzione, stimolata dall’agopuntura, proprio delle sostanze che il corpo utilizza naturalmente per combattere il dolore (i cosiddetti “oppioidi endogeni” come le endorfine): lo studio tutto italiano che ora descriveremo brevemente si inserisce autorevolmente in questo filone di ricerca. La ricerca ha coinvolto un gruppo guidato dal neurofisiologo Gabriele Biella dell’Istituto di bioimmagini e fisiologia molecolare del CNR, l’Università e l’Istituto San Raffaele di Milano. Il risultato essenziale di questa ricerca sta nell’aver dimostrato che l’applicazione dell’agopuntura, solo se effettuata con le modalità e nei punti previsti dalla teoria , attiva le zone cerebrali coinvolte nella percezione del dolore. Vediamo come ciò sia avvenuto. L’Ospedale San Raffaele ha messo a disposizione un’avanzata macchina per la PET (tomografia ad emissione di positroni), uno strumento che permette, tra l’altro, di ottenere immagini che evidenziano la stato di attività delle diverse zone cerebrali.
Con l’aiuto di un agopuntore esperto, il Dott. Giulio Pellegata, anestesista presso lo stesso ospedale milanese, è stato definito uno schema di seduta di agopuntura utilizzato di norma per trattare il dolore (sia acuto che cronico) ed individuato un gruppo di pazienti cui praticare le sedute. Ai pazienti sono state praticate sia sedute di “vera” agopuntura (aghi infissi nei punti previsti dalla teoria e mantenuti in sito per alcuni minuti) che sedute di “falsa” agopuntura (placebo). I pazienti non avevano modo di vedere come l’agopuntore agisse, inoltre, conditio sine qua non per includere le sedute nella statistica dell’esperimento era che i pazienti, pur accorgendosi dell’infissione degli aghi, non provassero dolore. Per lo stesso motivo i pazienti scelti erano giovani e sani: questo per evitare che stati dolorosi preesistenti o prodotti dagli aghi stessi, mascherassero gli effetti dell’applicazione dell’agopuntura sul sistema nervoso centrale. A venti minuti da ogni seduta (vera o falsa) veniva eseguita una PET del cervello del paziente. Ebbene, l’analisi delle immagini prodotte, ha evidenziato in modo chiaro come l’agopuntura attivi le stesse aree del cervello coinvolte nella percezione del dolore. Parallelamente si è verificato che le sedute di falso agopuntura non producevano questo stesso effetto. L’effetto analgesico deriverebbe, nell’interpretazione dei ricercatori, da una sorta di inganno che l’agopuntura produce, a livello centrale, sul circuito di percezione del dolore. Studi ulteriori dovranno invece chiarire i meccanismi neurochimici che sovrintendono agli effetti rilevati dalle immagini. Grazie a studi come questo, nel tempo, l’agopuntura sta trovando il suo spazio all’interno della medicina scientifica. Una tappa storica per l’accreditamento dell’agopuntura nei paesi occidentali è stato il riconoscimento ricevuto dal National Institutes of Health

NIH Consensus Statement
Dichiarazione di Consenso – National Institutes of Health, Bethesda

“L’agopuntura come intervento terapeutico è ampiamente praticato negli Stati Uniti. Sebbene ci siano stati molti studi sulla sua potenziale utilità, molti di questi studi forniscono risultati equivoci a causa della loro progettazione, della dimensione del campione o per altri motivi. La questione è ulteriormente complicata da intrinseche difficoltà nella messa in atto di appropriati controlli come placebo e gruppi di falso agopuntura. Tuttavia, promettenti risultati sono emersi: per esempio, l’efficacia dell’Agopuntura nella nausea e nel vomito da chemioterapia e nel dolore dentario post-operatorio. Esistono altre condizioni come la tossicodipendenza, la riabilitazione dopo ictus, le cefalee, la dismenorrea, l’epicondilite, la fibromialgia, l’osteoartrite, la lombalgia, la sindrome del tunnel carpale e l’asma, per le quali l’Agopuntura può essere utile come trattamento aggiuntivo o come alternativa ragionevole, oppure ancora come complemento di un programma terapeutico multifattoriale. E’ probabile che ulteriori ricerche riescano a individuare nuove aree nelle quali un intervento con Agopuntura può risultare utile.” Il documento (e la posizione) dell’NIH è molto prudente, certamente non è pregiudizialmente favorevole; sottolinea come, nonostante negli Stati Uniti e nel mondo si faccia ampio uso dell’agopuntura e che vi siano molte ricerche sugli effetti terapeutici dell’agopuntura, una percentuale relativamente bassa di studi è costruita in modo scientificamente ineccepibile. Ciò non di meno la conclusione dell’ente americano è che esistono sufficienti prove dell’efficacia dell’agopuntura in tutta una serie di patologie. L’OMS (l’organizzazione mondiale per la sanità) ha a sua volta integrato l’agopuntura tra le tecniche mediche con effetti terapeutici riconosciuti; ha prodotto (tra gli altri) un corposo documento che raccoglie i trial clinici che hanno testato l’efficacia di questa tecnica per numerose patologie.

Nel documento ( “Acupuncture: review and analysis of reports on controlled clinical trias”(link is external) ) sono inclusi e commentati solo gli studi, prodotti in ogni parte del mondo, che soddisfano rigidi criteri di qualità e messa a punto. In base ai dati raccolti l’OMS arriva a conclusioni ancora più ottimistiche rispetto all’NIH.

L’OMS classifica le patologie per le quali esiste una quantità accettabile di studi sull’applicazione dell’agopuntura in quattro gruppi:

 

  • Malattie, condizioni o sintomi per i quali, attraverso prove controllate, l’agopuntura si è dimostrato un trattamento efficace. Tra questi sono citati tra gli altri: gli effetti indesiderati di radioterapia e/o chemioterapia, la rinite allergica, le coliche biliari, la depressione, la dissenteria acuta, la dismenorrea, la leucopenia (carenza di leucociti), ipo e ipertensione, dolore alle ginocchia, alla faccia, al collo, dentale (post operatorio), il gomito del tennista, l’artrite reumatoide e la periartrite della spalla ecc.

 

  • Malattie, condizioni o sintomi per i quali l’effetto terapeutico dell’agopuntura è stato mostrato ma per i quali servono prove ulteriori. Tra questi l’OMS include oltre 60 condizioni patologiche, tra cui: il dolore causato dal cancro, la dipendenza da droghe e alcolici, il diabete mellito non insulinodipendente, l’infertilità femminile, alcune disfunzioni sessuali maschili non di origine organica, mal di gola (compresa la tonsillite) ecc.
  • Malattie, condizioni o sintomi per i quali ci sono solo studi clinici unici che riportino un qualche effetto terapeutico, ma per i quali è il caso di utilizzare l’agopuntura in quanto l’utilizzo dei trattamenti convenzionali o di altre terapie risulta difficoltoso. Tra questi citiamo ad esempio la sindrome del colon irritabile e il daltonismo.
  • Malattie, condizioni o sintomi per i quali l’agopuntura può essere utilizzato a condizione che l’agopuntore abbia una conoscenza medica specialistica moderna e una adeguata attrezzatura di monitoraggio. Tra questi sono indicati tra gli altri il coma, le convulsioni nei bambini e l’angina pectoris.

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