CLINICA della VALUTAZIONE ed ANALISI POSTURALE medica per esprimere DIAGNOSI e formulare TERAPIA

Le regole della Clinica

Vi sono molti posturologi che non sono medici e quindi dimenticano che la prima regola è iniziare dall’anamnesi. La parola anamnesi deriva dal greco ἀνά-μνησις, “ricordo”, infatti è importante capire quale sia il problema primario e tutti gli altri problemi aperti e pregressi. La raccolta dalla voce diretta del paziente di tutte quelle informazioni, notizie e sensazioni che possono aiutare il medico a indirizzarsi verso una diagnosi di una certa patologia o verso un gruppo specifico di esami diagnostici, per raggiungere la diagnosi. È importante per il medico soprattutto la prima volta che incontra un paziente e successivamente per registrare eventuali cambiamenti.

La seconda regola è che un paziente in fase algica, come ad esempio affetto da sciatica, da lombalgia,  da fascite podale, operato al ginocchio, ecc. NON PUÓ ESSERE VISITATO perché la visita sarebbe falsata dalla sua condizione attuale, che evita possibilmente il dolore. Deve prima essere curato, si deve far passare il dolore, deve essere cancellata dal suo cervello la necessità di contratture, di zoppia, di limitazione articolare funzionale e poi potrà essere svolta la visita con diagnosi delle cause del dolore e dei disequilibri (salvo casi stabilizzati o incurabili).

La terza regola è che meno si “tocca il paziente” meglio è, infatti sarebbe indicato utilizzare metodiche di analisi OGGETTIVE, riproducibili, non operatore dipendenti, secondo le regole della semeiotica e della ricerca a scientifica universitaria.

La quarta regola è che si devono indagare tutti i recettori principali del Sistema Posturale Fine o Globale cioè tutti i recettori della “propriocezione” sia quelli atti a rilevare i cambiamenti interni (ENDO-recettori) che i cambiamenti esterni (ESO-recettori). Si procede sia osservando il corpo umano dall’esterno, sia indagando i recettori in modo diretto o mediante apposita strumentazione certificata (come ad esempio il rifrattometro per l’occhio, la stabilometria elettronica, il Led-podo-laser). Si dovrebbe, possibilmente iniziare dagli estremi della verticale VISUO-PODALE, occhi-piedi, perché il nostro cervello fa lo stesso. 

La quinta regola è che non si può provare e somministrare delle correzioni al corpo prima di aver finito tutta lamenta parte diagnostica, perché il nostro Sistema Nervoso risponde con i riflessi, quindi in modo immediato, automatico, modificandosi.

La sesta regola è che non si può diagnosticare una “gamba corta”, in modo perfetto, solo con le mani. Si deve sempre prescrivere una radiografia degli arti inferiori da eseguirsi in ortostatismo, poi si deve misurare in modo preciso. Solo dopo questa “diagnosi medica di arto corto” si potrà procedere ad indagare quale sia lo spessore di correzione “accettato” dal cervelletto, dai nuclei della base cerebrale e dal cervello mediante strumentazione idonea certificata.

 

La legislazione in merito alle visite è decisamente chiara riguardo all’esame obiettivo, ossia all’analisi dello stato psico-fisico,  ormonale, immunitario, funzionale e quindi all’equilibrio globale.  Il paziente è tenuto a rimanere in abbigliamento intimo idoneo a non modificare la sua postura. La visita medica posturale differisce per età e sesso, ma anche per razza.