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Come trattare l’Emicrania

 

Batti l’emicrania e la cefalea miotensiva

 

Circa il 14% della popolazione mondiale soffre di mal di testa, quindi 1 persona su 7, colpisce di più le donne fra i 25 e 50 anni, tuttavia nella loro vita circa l’80% delle persone ha avuto nella loro vita almeno 1 attacco di cefalea.

L’emicrania è il più diffuso tipo di cefalea, ovvero di “mal di testa” e molto spesso è, come dice la parola, un dolore che colpisce solo la metà della testa. Il dolore è di tipo martellante, pulsante, come il battito cardiaco, molto forte, aumenta con il movimento e con ogni sforzo fisico, aumenta abbassando il capo come per legarsi una scarpa, aumenta con il ponzamento in bagno, aumenta tossendo o starnutendo. La relazione fra questi stimoli e l’aumento del dolore sta nella stretta correlazione tra questo tipo di cefalea ed il sistema vascolare cerebrale. In particolare nella vasodilatazione delle vene del cranio, ovvero di quella membrana che avvolge il cervello detta meninge.

Il meccanismo inizia molto spesso o con un segnale umorale dato da una alterazione del livello di serotonina e/o dei recettori specifici di questo neurotrasmettitore a livello trigeminale o con una vasocostrizione che provoca la liberazione di sostanze vasoattive che stimolano la vasodilatazione che probabilmente favorisce la permeazione in uscita di plasma ed altre sostanze, dato che l’espansione di questi distretti non è libera, si ritiene che vi sia una sollecitazione di fibre dolorose; ed ecco la sede del dolore: la componente neurovascolare meningea della zona temporale del cervello. A propendere per la causa da alterazione del neurotrasmettitore sta il fatto che l’emicrania può essere preceduta da un’aura, ovvero da sensazioni sensoriali che quasi inevitabilmente portano poi alla comparsa del dolore. Queste sensazioni sarebbero prodotte da onde di neurotrasmettitore che investirebbvero le varie aree cerebrali che sono deputate ai vari sensi. Vediamo ora quali sono le sensazioni più tipiche dell’aura: disturbi visivi, come il restringimento del campo visivo come si vede spesso disegnato nei fumetti, lampi, puntini luminosi e scintillanti, zone d’ombra, alterazioni dell’olfatto con allucinazioni di odori insoliti, lacrimazione, congestione della mucosa nasale, alterazione dell’udito, incoordinazione motoria con difficoltà a camminare, a muoversi ed a misurare le distanze, formicolio agli arti; alcuni pazienti vanno incontro a depressione. In seguito, come detto, compare il dolore, ovvero la crisi, in quanto il dolore dura solitamente da 4 ore a massimo 3 giorni, poi scompare, per ricomparire con una nuova crisi. Può comparire a tutte le ore ma solitamente compare il mattino al risveglio o poco dopo. Durante la crisi il malato non può continuare le sue occupazioni o il suo lavoro e trova beneficio ad isolarsi, al silenzio, perchè i rumori sono amplificati e gli aumentano il dolore, e al buio, perchè anche la luce intensa è dolorosa. Spesso il paziente è pallido sente freddo agli arti perchè vi è una vasocostrizione generale, vi possono essere nausea, anche con vomito, arresto della digestione e del transito gastrico e/o intestionale, a volte durante o dopo la crisi compare diarrea e aumento della minzione.

La genetica dell’emicrania

Una recente novità è senza dubbio il fatto che sono stati identificati 3 alterazioni genetiche che sono state messe in relazione all’insorgenza dell’emicrania, ovvero vi sarebbe una predisposizione genetica nei figli di genitori emicranici all’insorgenza della malattia, in particolare uno di questi geni sarebbe legato al cromosoma x e quindi spiegherebbe perchè ne è colpita con maggior frequenza la popolazione femminile.

La diagnosi

Quando una persona presenta questi sintomi si deve recare dal proprio medico curante che lo invierà dallo specialista; in particolare potrà avvalersi della consulenza di uno dei Centri Italiani per la cura delle Cefalee. Quindi verranno proposte le indagini più appropiate secondo dei protocolli stabiliti. In seguito potranno essere fatte delle cure sia con farmaci, che proposte regole di vita e /o cure di profilassi.

Le cure.

E’ importante un trattamento preventivo piuttosto che limitarsi ad assumere farmaci per la singola crisi. Il trattamento preventivo ha lo scopo di ridurre il numero delgli attacchi mediante un programma articolato di interventi. Assieme alle cure classiche si sono ormai affermate le metodologie alternative, anzi meglio definibili come non convenzionali, come l’agopuntura che è la più importante, la TENS, il biofeedback, l’ozonoterapia, mesoterapia e manipolazione vertebrale o chiroprassi per le cause secondarie scatenanti le crisi. Può essere utile il sostegno psicologico individuale e di coppia Non vanno dimenticate le cause patologiche sistemiche, come l’ipertensione arteriosa, il diabete mellito e le patologie craniche espansive.

La profilassi

Come si dice sempre, sarebbe meglio prevenire che curare, quindi è utile cercare di trovare delle cure efficaci a prevenire gli attacchi.

Il cibo

Anche l’alimentazione gioca un ruolo interessante, in quanto vi sono dei cibi che possono indurre l’emicrania perchè il più delle volte hanno una azione vasoattiva. L’alcool etilico che è un vasodilatatore è spesso imputato, in particolare il vino rosso, di più il novello e di più se contiene bisolfito. I cibi contenenti tiramina e dopamina come i formaggi, specie quelli stagionati. Il caffè, in quanto l’assunzione determina uno stato di vasospasmo continuo, la cui assuefazione porta ad una sindrome da astinenza, quando interrotto, che si manifesta con vasodilatazione e quindi emicrania.Il glutammato monosodico, presente nel dado da brodo, nel Bovis, in molte salse, e nella cucina cinese è un potente vasoattivo. I nitrati ed i nitriti che sono contenuti nei salumi e nel cibo conservato, affumicato o salato sono vasodilatatori. La nicotina che ha una azione vascolare diretta. Infine un elenco di cibi a rischio: avocado, arancia, banana, prugna rossa, pomodoro, conserva, patata, lievito di birra, fegato di pollo, birra, cioccolato, fragole. Tra le abitudini di vita importanti che possono influenzare l’insorgenza dell’emicrania vanno poi ricordati:

– alzarsi tardi il mattino, in particolare si dice “emicrania della domenica” perchè compare la domenica, quando il pazinete si sveglia tardi o cambia delle abitudini di vita, e manca quindi lo stress;

– stare troppo al sole ( in particolare in estate con la testa al sole);

– stare alla luce molto intensa, senza occhiali da sole;

– il digiuno, ovvero la glicemia che si abbassa troppo;

– disturbi della vista, dalla miopia all’astigmatismo;

– il prolungato lavoro o gioco al video del computer;

– il rumore forte, il fumo e l’alcool spesso associati in discoteca;

L’emicrania ed il sesso

Vi sono stretti rapporti fra l’emicrania e la donna, ovvero gli eventi della vita riproduttiva femminile: ovulazione, ciclo mestruale, gravidanza e menopausa. I fini meccanismi patologici non sono noti, ma la stretta correlazione osservata in molte pazienti è alla base di stati fisiopatologici complessi come nella sindrome premestruale ( tensione mammaria, modificazioni del tono dell’umore, ritenzione idrica, alterazioni alimentari e dei rapporti sessuali)

Approfondimenti sull’emicrania dal mio Blog

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